“Quattro donne e una cucina” di Salvina Pizzuoli è stato pubblicato in quanto vincitore del concorso di prosaepoesia.net
PER ACQUISTARE:
Un progetto culinario la cui cronaca riempirà le pagine del diario di una delle quattro protagoniste, Francesca, che non ama né mangiare né cucinare.
Ricette, notizie, letture e considerazioni, storie e aneddoti arricchiranno la cronistoria degli incontri delineando in maniera via via più definita le protagoniste in uno scenario sempre nuovo, piacevole, speziato, tutto da leggere.
Un piccolo estratto:
La prima distinzione da fare è tra pasta fresca e pasta secca; la prima ha origini lontane, mentre la seconda risale al medioevo. Le origini della pasta fresca vengono fatte risalire all’antica Grecia dove esisteva una sfoglia tagliata a larghe strisce detta laganon che anche i Romani conoscevano, il laganum, una sottile foglia di pasta che veniva arrostita o fritta. Si ritiene che il termine lasagna derivi da questo tipo di sfoglia. La pasta secca invece risalirebbe secondo alcuni studiosi al medioevo arabo-musulmano; se molti non concordano con l’origine araba della pasta secca, sono molti a condividere che ne siano stati i diffusori. Il geografo arabo Al Idrisi (1099-1164 circa) nel suo libro “Lo svago per chi ama percorrere le regioni” del 1154 parla di un particolare “cibo di farina a forma di fili” fabbricato a Trabia non lontano da Palermo. Nella Sicilia normanna esisteva quindi la tradizione di un impasto a forma di fili seccati al sole; nel XIII secolo è documentata la produzione in Liguria di pasta secca. Ma è nel ‘600 a Napoli che la pasta entra davvero a far parte della tradizione della cucina italiana tanto che ciò porterà nell’Ottocento a industrializzarne la produzione in tutta la costa napoletana; da qui l’associazione Napoli e maccheroni era inevitabile.
COMMENTI
Nuovo e insolito: Si discosta dai libri di cucina . Racconti e storie lo arricchiscono, si legge con piacere e in più ha le ricette. Mi è piaciuta la grafica
Quattro fantastiche donne, da sottile energia femminile unite, restituiscono sacralità al gesto del “cucinare” e insieme a profumati sapori di spezie diffondono cultura, diventano artiste e trovano una grande ricchezza interiore. Come dice Babette nel romanzo di Karen Blixen “un grande artista non è mai povero perché ha qualcosa di cui gli altri non sanno nulla”. Grazie cara Salvina nella nostra società così “distratta” il tuo romanzo è un forte richiamo a trovare gioia, felicità e condivisione nei gesti piu’ semplici della quotidianità.
Scorrevole e divertente con disegni e una grafica nuova. Quattro donne, i loro progetti, pensieri, ricordi, racconti, Mi è piaciuto 🙂
Un modo diverso, originale, piacevole di parlare di cucina, di piatti cucinati, di donne. Disegni e ricette completano le pagine del diario di Francesca. Bella la copertina e la scelta grafica.
Allegro, ironico, ricco. Dalle ricette alle considerazioni, dagli spunti filosofici alle curiosità, dai racconti ai ricordi alle pause d’Autore, è davvero uno zibaldone che ha come centro la cucina e il cucinare per esprimere se stessi e coccolare chi si ama.
Un pizzico di ironia, una manciata di ricordi, una raccolta di ricette, un insieme di pensieri curiosità racconti e storie, il risultato? molto gradevole