È stato pubblicato il volume “Nell’altro giardino” di Salvina Pizzuoli. Amori malvissuti, incomprensioni, sofferenze e solitudini alla ricerca di salvezze e speranze…
PER ACQUISTARE:
:: Amazon
Anche l’esistenza apparentemente più facile da descrivere è in realtà intessuta di una sostanza sfuggente, inafferrabile: è il tempo perduto, dimenticato, sparito nei gorghi della quotidianità. Ciò che chiamiamo la storia della nostra vita è solo ciò che emerge da questa massa informe: le parole nere che si stagliano sullo spazio bianco. È l’altro giardino della nostra esistenza, quello che non visitiamo mai. Questo libro non pretende di svelarne il mistero; attraverso la sua originale struttura narrativa, cerca solo di ricordarci che esiste, anche se non sempre ci pensiamo.Le storie incise sullo spazio bianco sono quelle di nonne, madri, figlie, maestre, in una parola donne, alle prese con l’amore e con le sue infinite sfaccettature. Sono alla ricerca di una salvezza possibile, di un equilibrio praticabile, di un modo per affrontare l’eterno problema di vivere. Non tutte le soluzioni sono giuste; qualcuno riesce a trovare la sua via di fuga, altri si perdono.“Nell’altro giardino” conclude la trilogia di Salvina Pizzuoli dedicata a protagoniste femminili, composta da “Quattro donne e una cucina“, uno zibaldone di ricordi ricette curiosità e storia di alcuni ingredienti, e da “Corti e… fantastici“, una raccolta di racconti sulle suggestioni della vita di tutti i giorni vista con gli occhi delle donne. Tutti questi titoli sono disponibili nel catalogo Edida.
COMMENTI
Delizioso: Ormai sono una fan. Con questo concludo in bellezza la trilogia dedicata alle donne! Vi trovo sempre uno stile fresco e leggero, una visione di vita estremamente calma e riflessiva frutto di una sensibilità a me largamente affine, attendo nuove pagine da leggere quanto prima!!
L’e-book “Nell’altro giardino” di Salvina Pizzuoli, nel quale io intravedo un giardino segreto, deve essere letto più volte. La prima volta è un’avvincente lettura dove storie di donne si intrecciano creando una fitta trama di sentimenti. Universo femminile e universo maschile: due modi differenti di pensare, di relazionarsi, di vedere il mondo e di vivere le emozioni. Questa diversità è resa in modo magistrale dall’assenza di figure maschili. Andrea, l’unico uomo importante della storia ha una sensibilità spiccatamente femminile, forse per questo piace tanto alle donne. Ne ha avute tante, ma forse poche lo hanno amato veramente. Si sente usato, sfruttato. Forse a sua volta ha sfruttato e usato. Forse è stato un padre assente. Un viaggio in Tailandia, nel quale ha sofferto solitudine e senso di morte, lo ha fatto nascere a nuova vita. Con questa nuova purezza sceglie di stare vicino a Valeria diventando per lei un amico e un padre… Insieme a se stesso redime l’universo maschile.
Rileggendolo con attenzione “Nell’altro giardino” ci si rende conto che è un saggio nel quale si ritrova tutta la nostra società in crisi. Solitudine, padri inesistenti, figlie incomprese che troppo presto diventano madri impreparate a capire le ansie e le diversità dei loro figli. Donne che si sentono madri di figli altrui. Non c’è niente di più negativo per la nostra autostima del non sentirsi apprezzati da chi si ama. Si capisce bene dalla gioia di Valeria quando la madre le dice che ha fatto un ottimo lavoro curando il giardino che le aveva affidato. Questo apprezzamento è l’inizio di una nuova vita e di un nuovo bellissimo rapporto con la madre e con la figlia Lucrezia. Come genitori deve farci riflettere. Rileggerò il tuo libro una terza volta cara Salvina.
Ritratti di rapporti affettivi coinvolgenti e complessi, appartenenti non all’eccezionalità, ma alla quotidianità umana. Ed è proprio questo che induce il lettore a guardare alle proprie complessità affettive che, come per le protagoniste del romanzo, spesso richiedono delle scelte ben precise, a volte coraggiose e sofferte nell’accogliere quelle che sono anche la fatica ed il dolore che certi rapporti implicano, a volte di rinuncia a tutto ciò. L’autrice non esprime un giudizio esplicito sulle scelte diverse che le sue protagoniste compiono, ma disegna con tratti ora teneri ed intensi ora inquieti e dolorosi dei percorsi di vita, tutti umani, tutti da comprendere e accogliere. Certo l’epilogo, così asciutto e categorico nella scelta della protagonista, fa esplodere con nettezza la dicotomia fra crescita e condivisione e, al contrario, chiusura e solitudine.Insomma, cosa vogliamo nella e per la nostra esistenza : coltivare e condividere un giardino oppure no ?
Ha ancora senso parlare di donne, della loro quotidianità, dei loro sentimenti, dei loro rapporti con gli uomini, figli, genitori? Cosa può proporre di nuovo un romanzo nella società odierna che si trasforma e stravolge i valori consolidati? Forse nulla, forse solo una riflessione, forse un prospettiva, chissà? Non rimane che leggerlo! E a me ha detto molto. Buona lettura.